Ditelo con un fiore: la stella alpina

Dalla fusione dei termini latini e greci Leotopodium, la Stella Alpina è stata così denominata dal botanico Robert Brown nel 1817, facendo riferimento scherzoso alla forma dei capolini fiorali simili ad una zampa di leone.
Le specie italiane sono piante non molto alte, circa 20-30 cm, sono perenni con gemme svernanti al livello del suolo e prodotte generalmente dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto con poche foglie.
La lanugine che le ricopre serve a limitare la traspirazione poiché la maggior parte sono originarie di habitat aridi e secchi, la parte sotterranea del fusto consiste in un rizoma, quella visibile è diritta e con poche foglie che formano una rosetta attorno al fiore. L'involucro dell'infiorescenza si compone di diverse vistose foglie lanceolate e disposte a stella, la cui superficie è bianca e lanosa, mentre le squame dei capolini sono colorate di marrone scuro e disposte su più serie.
La corolla è composta da cinque petali, i fiori sono saldati a tubo e terminano con cinque denti; la fioritura è prolungata e l'impollinazione avviene tramite insetti, per dispersione dei semi portati dal vento, o per impollinazione del fiore stesso.
Le specie di questo genere crescono spontaneamente in Asia, sulle Ande, sulle Alpi europee e sugli Appennini: l'habitat tipico sono le zone montuose e aride. La famiglia di appartenenza del genere Asteraceae o Compositae è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi.
I rilievi montuosi asiatici che si sono formati nel Miocene hanno contribuito in modo fondamentale alla formazione di varie specie alpine oloartiche; in seguito alcune specie, come la Leontopodium alpinum e Leontopodium nivale, si sono diffuse in Europa durante le ultime glaciazioni.
La Leontopodium alpinum è meglio conosciuta come Edelweiss, e per il suo caratteristico aspetto è diventata il simbolo della montagna: la si può trovare sulle catene montuose anche che dai Pirenei si estendono all'Himalaya: si differenzia dall'altra specie europea per altezza, 8-15 cm, e l'habitat tipico sono i pascoli alpini: in Italia la sua presenza è limitata alle Alpi fino ad un'altitudine compresa tra i 1500 e 2600 metri.
Come coltivazione l'unico impiego di queste piante attualmente è nel giardinaggio roccioso e alpino: in effetti non richiedono grandi sforzi o capacità per coltivarle, basta piantarle sempre a settentrione su substrati leggeri e calcarei, ghiaiosi e ben drenati: dal 1915 nelle coltivazioni orticole viene introdotta la Leontopodium haplophylloides, una Stella Alpina a fiore profumato di limone proveniente dal Kansu e Szechwan settentrionale.
Una Stella Alpina è effigiata, in numismatica, sulla moneta da due centesimi di euro dell'Austria.
Una leggenda sulla stella alpina
Si racconta che la stella che guidò i magi sino alla capanna di Betlemme, compiuta la sua missione volesse nascondersi.
Era troppo bella per restare nel cielo, perché con la sua luce avrebbe eclissato tutte le altre stelle, e i re dell'epoca ingannati dal suo splendore sarebbero andati alla ricerca di un altro Messia.
Allora cercò rifugio sulla terra, prima sulle isole, sulle acque dei mari ma non trovò pace.
Poi conobbe gli uomini, capaci di essere buoni o malvagi, ma sempre tormentati da grandi passioni e da angosce infinite: ed errò di nuovo.
Dove trovare pace?
Passando un giorno sulle alpi, fu attratta dalla loro bellezza maestosa e nel silenzio della loro altura trovò finalmente la pace invocata.
La stella si sentiva gelare e pregò il Signore di non lasciarla morire.
Un angelo passò accanto a lei e lasciò cadere fiocchi di bambagia.
La stella fu avvolta tutta e diventò bianca come la neve ma morbida e calda in quella soffice veste.
Nacquero così i fiori che somigliano agli astri: le stelle alpine.