Novità per l'epatocarcinoma

La mortalità per tumore del fegato (epatocarcinoma) è molto elevata in provincia di Bergamo ed è circa 3 volte quella osservata in Italia. Sono colpiti soprattutto gli uomini nelle fasce di età superiori ai 50 anni, ma anche le donne non ne sono risparmiate.
Nel 95 % dei casi il tumore al fegato è dovuto alla presenza di cirrosi epatica, provocata dai virus dell'epatite B e C, dall'abuso alcolico, dall'obesità e dal diabete. L'epatocarcinoma può essere considerato una delle più frequenti complicanze della cirrosi, sviluppandosi in una percentuale del 3 % all'anno. I numeri sono allarmanti perché dopo 10 anni un terzo dei cirrotici viene colpito da questo tumore.
La cirrosi e il tumore del fegato sono difficili da identificare perché il paziente non presenta nessun disturbo particolare. Nei casi più fortunati la malattia viene scoperta per motivi occasionali: un ecografia o degli esami del sangue ordinati dal medico per disturbi digestivi minori o come semplice check-up. Purtroppo nella maggior parte dei casi il paziente cirrotico non si accorge della sua malattia e l'epatocarcinoma si sviluppa e prolifera silenziosamente all'interno del fegato. Quando arrivano i sintomi è quasi sempre troppo tardi e sono possibili solo cure palliative. I sintomi sono già da sé allarmanti: dolore addominale, calo di peso , forte aumento dell'addome, cute gialla, emorragie dalla bocca e dall'ano. Il tumore a questo punto è già avanzato ed il paziente muore inesorabilmente dopo soli pochi mesi.
Per evitare tutto questo occorre diagnosticare l'epatocarcinoma in uno stadio precoce, quando possiamo ancora eliminarlo. È considerato precoce un tumore che non abbia superato i 5 cm di diametro oppure che non sia più grande di tre noduli, ma a condizione che nessuno di essi si superiore ai 3 cm. In questo caso abbiamo molte armi terapeutiche, che vanno dall'asportazione chirurgica alla distruzione del tumore con mezzi termici (radiofrequenza, micro-onde) o chimici (alcolizzazione). I risultati di questi trattamenti sono buoni perchè il 50-70% dei pazienti sono vivi dopo 5 anni (nessuno sarebbe vivo se il tumore fosse stato scoperto più tardivamente). Il fatto che il 30% di questi pazienti non sia sopravvissuto dopo 5 anni non significa che le terapie siano poco efficaci. Non si deve infatti dimenticare che il tumore del fegato colpisce le fasce di età più avanzate che hanno di per sé una mortalità naturale. Purtroppo una volta distrutto il tumore tende sempre a ripresentarsi e dobbiamo effettuare ripetuti trattamenti per mantenere in vita il paziente.
Questi pazienti sono infatti cirrotici e la cirrosi provoca la comparsa di altri focolai tumorali all'interno del fegato (per fortuna le metastasi sono poco frequenti).
Il paziente dunque, dopo un primo trattamento di asportazione o distruzione del tumore primitivo, gode di un periodo più o meno lungo senza recidive. Questo periodo a volte può durare anni, ma prima o poi il tumore si presenterà ancora nel fegato e dovremo effettuare altri trattamenti. L'unica possibilità di cura definitiva sta nel trapianto che tuttavia, data la scarsità di organi disponibili, è proponibile solo per i pazienti di età inferiore ai 65 anni e senza altre malattie gravi.
Per poter diagnosticare l'epatocarcinoma in stadio precoce è necessario che tutti i cirrotici si sottopongano ogni 6 mesi ad una ecografia epatica di sorveglianza, ma per fare questo dobbiamo prima di tutto identificare i pazienti cirrotici.
I medici di famiglia della nostra zona hanno ricevuto un addestramento particolare per sospettare la diagnosi di cirrosi. È bene sottolineae che questa diagnosi non significa necessariamente abuso alcolico. La maggior parte delle cirrosi è dovuta all'epatite contratta molti anni prima e l'alcol, come l'obesità, è spesso un fattore di rischio aggiuntivo, fattore di rischio che comunque deve essere eliminato. Una volta fatta la diagnosi di cirrosi, il medico di famiglia invierà il paziente dallo specialista epatologo che darà le indicazioni da seguire e se necessario prescriverà la terapia adatta. È molto importante che il paziente segua le indicazioni date, esegua regolarmente gli esami prescritti e non si dimentichi di assumere la terapia che gli viene consigliata.
Tuttavia il modo migliore per prevenire il tumore del fegato è non lasciar venire la cirrosi. Bloccando od eliminando i virus dell'epatite B e C riusciamo ad interrompere il pericolosissimo cammino verso la cirrosi e possiamo eliminare quasi del tutto il terribile rischio dell'epatocarcinoma. Abbiamo ora a disposizione ottime cure per l'epatite B e C, anche se per quest'ultima la pesantezza degli effetti collaterali ci impedisce di applicarla su larga scala. Nei prossimi anni saranno però disponibili nuovi farmaci contro l'epatite C che probabilmente renderanno possibile la sua eradicazione nel 100 % dei casi. Li stiamo tutti aspettando con impazienza per poter debellare questo terribile e silenzioso flagello.
Non dobbiamo però dimenticare che l'alcol ed il sovrappeso sono due fattori di rischio molto importanti, specie se associati fra loro o con i virus dell'epatite. Una sana ed equilibrata alimentazione, la riduzione del consumo di vino a non più di due bicchieri al giorno e l'aumento dell'attività fisica sono tutte misure indispensabili se vogliamo evitare queste malattie.